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PRESS OPINION

Il Potlach ha deciso di intraprendere una nuova sfida, quella di unire le tecnologie digitali alla diretta fisicità del teatro. L’arduo stava proprio nel non perdere quest’ultima, che da sempre costituisce il momento vibrante nella visione di uno spettacolo teatrale: il rapporto diretto con il pubblico. Possiamo affermare che hanno vinto questa sfida: le scenografie di Luca Ruzza, i contributi tecnici della nuova generazione con Aesop Studio, non solo non plastificano la rappresentazione, ma valorizzano gli attori, la loro presenza scenica, l’incidenza della loro voce e la poeticità dei gesti.
Francesco Diodati
 
Proprio nel momento in cui pensi che la tecnologia stia in semplici riprese, compaiono gli attori a tessere il fascino del teatro.
K. Santosh, The Hindu (INDIA)
 
Il Teatro Potlach e il suo timoniere, il regista Pino Di Buduo, qui nella sua rocca di Fara Sabina, ovvero nel suo Nautilus, non ci lascia tempo per pensare: la meraviglia ce la regala ogni minuto, ogni minuto un nuovo essere, un’altra avventura. Il mare ribolle, i pesci trascolorano e passano, i protagonisti che vivono laggiù li guardano con i nostri stessi occhi. Sono figure fantastiche, proiettate su due schermi contrapposti, l’effetto è di pura magia, non c’è essere umano che non sia tentato di non più fuggire per tornare a terra – o a Roma.
Franco Cordelli, Corriere della Sera 
 
Lo spettacolo qui ad Espoo ha riscosso un grandissimo successo sia tra gli adulti che tra i più giovani. L’unicità della scenografia ha catapultato gli spettatori come se anche loro si trovassero sul palco, grazie alla meravigliosa fusione tra attori e proiezioni, sviluppate dall’aesop studio, con Luca Ruzza e Andrea Adriani.
Sebbene sia la scenografia ad ammaliare il pubblico, gli attori non abbandonano mai la loro pertinenza con il loro trucco e i costumi e il loro modo di recitare, con i loro gesti e i movimenti, evidenziati in modo che sembrino danzare.
Silvia Nitta, The two sights (FINLANDIA)
 
Il Teatro Potlach, avvalendosi della collaborazione di importanti scenografi digitali e teorici di teatro, ha realizzato una sintesi originale del romanzo di Verne, tra prototipo della narrativa di fantascienza e tecniche contemporanee della narrazione teatrale. (…) Grazie all’incontro multimediale tra teatro, danza, musica e video arte, e l’interattività tra le azioni degli attori e la scenografia digitale, lo spettatore si sentirà coinvolto in un mondo fantastico che lo condurrà nell’abisso degli oceani. Lo studio e l’applicazione dei nuovi linguaggi ha consentito anche di affrontare e attualizzare temi come il rapporto tra conoscenza e libertà e la sfida tra tecnica e natura che ispirarono la creazione di Verne.
Silvia Salvati, Corriere di Rieti